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RILIEVO PLANO ALTIMETRICO

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Cos’è il rilievo plano altimetrico?

Il rilievo plano-altimetrico è l’unione del rilievo planimetrico e del rilievo altimetrico.

  • Il rilievo planimetrico ha lo scopo di dare una descrizione della superficie terrestre, con tutti gli elementi su di essa presenti, senza cioè informazioni circa le quote altimetriche dei vari punti sulla mappa;
  • Il rilievo altimetrico consiste in sostanza nell’individuare una serie più o meno vasta di punti sul terreno e stabilire una o più relazioni fra di essi;

Caratteristiche del rilievo Altimetrico

Il rilievo altimetrico consiste nell’individuazione di due categorie generali di punti sulla mappa:

    • PUNTI DI APPOGGIO;
    • PUNTI DI DETTAGLIO;

I punti di appoggio sono punti ben visibili e accessibili, dai quali si ha una ampia visuale del terreno circostante. Essi possono essere vertici trigonometrici, e quindi materializzati da cime di campanili, chiodi o segnali topografici permanenti in genere; i punti di appoggio sono detti tali in quanto da essi si esegue il rilievo dei punti di dettaglio.

I punti di dettaglio costituiscono il completamento del rilievo planimetrico, e vengono rilevati da opportuni punti di appoggio. Il rilievo del dettaglio si esegue rilevando tutti i punti caratteristici che compaiono sul terreno, tra i quali spigoli di fabbricati, tombini, pali della luce, rocce particolari, ognuno rappresentato con un proprio significato semantico.

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Approfondimenti storici

Ignazio Porro verso la metà del 1800 introdusse la celerimensura (misura veloce) che rappresenta un primo e validissimo metodo di rilievo plano-altimetrico di dettaglio.

Il Porro inventò anche lo strumento per l’effettuazione della celerimensura che fu chiamato cleps (dal fatto che i goniometri erano nascosti). Il cleps è l’odierno tacheometro. La celerimensura può essere utilizzata per il rilievo, sia di zone di grande e media estensione che di zone di piccola estensione.

NOTE: Con tale metodo l’I.G.M. ha realizzato una discreta parte della carta d’Italia in scala 1:25000.

L’avvento della fotogrammetria aerea, ha fatto perdere interesse alla celerimensura per i rilievi di grande estensione, ma per rilievi di media e piccola estensione rimane il metodo più usato ed anche il più conveniente dal punto di vista economico. Nel rilievo celerimetrico si staziona su punti di coordinate note o no e si “batte” la stadia posizionata alternativamente sui picchetti posti intorno al punto di stazione. Di norma da ogni stazione si rileva una zona circolare di raggio mediamente non superiore ai 150m se si opera con strumenti ottico meccanici (tacheometri o teodoliti), o anche fino a qualche chilometro se si opera con teodoliti elettronici.

Per approfondire consulta il link al sito fonte di questo approfondimento

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